Entrambe le opere nascono da una ricerca sulla "Materia", partendo da una riflessione sul processo creativo di un manufatto ceramico. Questa massa informe iniziale è stata modificata e plasmata sino ad avere le sembianze di un oggetto dotato di una sua funzionalità. Questa materia dunque ha vissuto, si è mossa, e nonostante ciò appare immobile. Da tale riflessione nasce il mio interrogativo: "Se la materia divenisse immagine di sè stessa, come sarebbe?". Ho tentato di restituire un'immagine a questa entità nascosta, di comunicare la sua evoluzione immaginaria. Ciò che si vuole mettere in evidenza è l'immagine della "materia" che raggiunge la superficie. Una "materia" che rimane ferma e vera allo stesso tempo, come a voler fermare istantaneamente un processo in evoluzione non negandole dunque la sua naturalità. In fase di stampa, la "materia" si mostra come presente immobile. Per questo motivo la traccia stampata non si dissocia dalla matericità, che si imprime e lascia l'impronta del suo essere nient'altro che materia. La "materia" che si fa segno. La stampa potrebbe anche essere interpretata come la testimonianza di un processo evolutivo, di un passaggio, che ha portato la materia alla sua fattezza finale. Tale traccia è una finzione atta a rivelare la più profonda verità. . Tecnica incisoria sperimentale: Maniera nera su plexiglass, sottoposto all'azione del fuoco