Interferenze rappresenta il primo traguardo di una sperimentazione nata nel giugno scorso. La ricerca si muove verso una direzione precisa: ogni elemento dell?opera è un corpo vibrante in grado di creare la componente sonora del lavoro. Le singole parti entrano in dialogo tramite i rumori autoprodotti generati dal loro accostamento, creando il paesaggio sonoro dell?ambiente circostante. Interferenze è un?installazione composta da tre oggetti: un vaso, un microfono ed un impianto audio. Il vaso per le sue caratteristiche formali e materiche filtra le vibrazioni provenienti dall'esterno creando un lieve rumore al suo interno, udibile solamente avvicinando l?orecchio al foro. A questo punto entra in gioco il mio intervento: un microfono all'interno del vaso manda agli speaker l?audio generato da esso. I due elementi entrano in dialogo tra loro: l?audio proveniente dalle casse alimenta il vaso, ormai diventato cassa acustica, aumentandone le vibrazioni interne e di conseguenza l?altezza della frequenza. Il suono si diffonde per tutto lo spazio riempiendo il vuoto circostante e avvolgendo lo spettatore. Ma il dialogo non è solamente tra le due parti dell?opera: coinvolge anche il fruitore. La frequenza prodotta dal vaso muta continuamente in corrispondenza al numero e al movimento degli spettatori nella stanza; inoltre, chinandosi e muovendo la mano sopra il foro si può modulare e controllare il suono. L?interazione avviene in modo spontaneo, senza l?utilizzo di sensori, sfruttando la fuoriuscita delle vibrazioni dall'apertura del vaso. Il rumore, autoprodotto dal vaso, diventa la voce portante del dialogo entrando in una relazione costante e diretta con ogni corpo all'interno dello spazio. Installazione interattiva, vaso in ceramica, speaker, microfono e cavi elettrici