...posso andare a dormire, curvo, appassito, nel mio nido segreto, posso usare la sera, come una spatola magica, come un terremoto, o come un caldo giaciglio, chiudo gli occhi, la paura che da sempre mi avvolge incautamente si attenua, potrà chiudere gli occhi, la paura che è me e mio padre e mia madre, la sostanza che sono, con cui mi hanno impastato, che mi hanno imposto e inculcato, con l’esempio, col cibo, con l'acqua, il mio battesimo umano, se si allenta mi sciolgo, riesco quasi a dormire, minuti ovattati, mi rimbalzano intorno, si rincorrono in cerchio, un tutt'uno coi sogni, con la scatola cranica, con la verità, con la notte, che lentamente si stinge, agonizza, cede il passo al domani, che è già adesso, così, mi piace mischiare, rotolarmi, dilungarmi, divagare, restare sveglio a poltrire, ad amputare la notte, nei dettagli sottili, sotto spesse coperte, mentre gli altri useranno o abuseranno o impareranno a dormire, io manco, mi astengo, e riesco persino a pensare e a vagabondare nel nulla, nelle vene del tempo, di un modesto pensiero, essere uno con me, mentre aspetto il mattino...